Corriere della Sera, 14 giugno 2016

di Claudio Magris

Arte e medicinaEsculapio o Ippocrate, il mitico dio della medicina quale arte «che aggiunge vita alla vita, guarisce i mali, riportando in vita i morti e garantendo una vita non solo più lunga ma migliore», oppure lo scienziato «che ha portato nella medicina lo spirito laico, tramite l’indagine razionale e l’osservazione dei segni delle malattie?». Così scrive Marco Confalonieri, che incontro a Trieste, dove egli, primario di pneumologia all’ospedale di Cattinara, è stato il promotore di un recentissimo documento scritto da quarantuno primari, direttori di strutture complesse, relativo al progetto della Cittadella della Salute, che sta trasformando l’ospedale università di Cattinara come hub transfrontaliero affiancato dal nuovo istituto di ricerca e cura materno-infantile, che prosegue una delle più grandi tradizioni mediche triestine, l’ospedale infantile Burlo Garofolo in via di trasferimento a Cattinara. Unendo specialità di ricerca, insegnamento, collaborazione con strutture estere e attività in un vasto territorio al di qua e al di là della frontiera, la Cittadella della Salute si propone di rinnovare assistenza, ricerca, affrontando creativamente la crisi e l’universale restrizione di fondi. Ma c’è davvero contrapposizione fra Esculapio — per i greci, Asclepio — e Ippocrate, fra arte e scienza nella medicina?

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