Fenomenologia della morte e del morire nelle strutture sanitarie piemontesi.
Contrariamente alle apparenze, e al desiderio di rimuoverla, la morte in Occidente è diventata sempre più pubblica, cioè sono sempre meno le persone che muoiono a casa: la maggior parte dei decessi avviene oggi in ospedale, e qualche volta anche sulla strada per incidenti. A partire da questa considerazione è sembrato opportuno, nell’ambito del più vasto progetto di Umanizzazione delle strutture sanitarie in Piemonte, gettare lo sguardo sui luoghi che accolgono in prevalenza la morte e il morire in epoca attuale: ospedali, RSA e obitori. Abbiamo chiamato la ricerca “I luoghi del commiato”, perché per quanto negletta e rimossa, la morte ancora appare come un momento di transizione cruciale nell’esistenza umana, e ancorché priva – almeno in apparenza – dei segni rituali che sempre l’hanno accompagnata, rimane tuttavia avvolta nel suo evocativo mistero per chi parte e per chi rimane. Per questa ragione, è bene sottolinearlo, obiettivo della presente ricerca – esplicitato nel sottotitolo – non era quello di produrre una valutazione della rispondenza delle strutture sanitarie piemontesi alle norme vigenti, relative alla sicurezza e ai requisiti di accreditamento, bensì analizzare in senso antropologico la fenomenologia della morte e del commiato in epoca attuale. Si segnala infine che questa relazione tiene debitoconto delle osservazioni e delle conclusioni formulate dal gruppo di progetto.E’ altresì innegabile che, per la varietà delle discipline rappresentate nel gruppo, e per le diverse sensibilità ed approcci culturali espressi dai partecipanti, alcune affermazioni possono non rispecchiare appieno le posizioni individuali di ciascuno dei partecipanti. Ce ne scusiamo a priori, sottolineando però che proprio la varietà di ipotesi esplicative della fenomenologia contemporanea del morire, così come le diverse e articolate soluzioni proposte all’interno del gruppo, mostrano la grande ricchezza che potrà animare la riflessione innescata dalla ricerca e che “I luoghi del commiato” unanimemente riteniamo debba essere aperta a tutti gli ambiti della società civile.
Documentazione fotografica: Raffaella Mantegazza
Coordinamento: Rossana Becarelli