La guarigione spirituale, tra scienza e fede. A cura di Marie Noelle Urech.
Sono nata a Rio de Janeiro il 16 febbraio 1957. A sei anni, lasciai la luce e il calore di questa terra rigogliosa per il piovoso e riservato Belgio, dove il contrasto della neve e del ghiaccio mi entusiasmò per i primi due anni. Sono passati 48 anni prima che tornassi nella mia terra natia. Forse erano stati necessari questi anni di preparazione e di maturazione prima di fare una esperienza di “frontiera”, al limite tra scienza e fede. D’altronde, non intendevo fare un pellegrinaggio turistico: spiagge di Copacabana, ragazze abbronzate di Ipanema, ritmi di Bossa Nova sotto al Corcovado. Questa volta volevo andare alla fonte più nascosta della guarigione e ricevere le risposte a due mie domande: Cosa innesca la guarigione? Perché sono nata in Brasile? Perché andare fino in Brasile per sapere queste cose? – mi potreste obiettare. In realtà la risposta alla seconda domanda è la chiave della prima.
La mia vita ha seguito un percorso poco lineare e multidisciplinare, avendo una sua svolta precisa nel 1992, quando cominciai ad interessarmi al “fenomeno umano”, alle sue capacità psichiche e mentali, alle sue risorse spirituali, alla coscienza. La Guarigione ha sempre destato in me una passione per tutte le sue forme: fisica, psichica, mentale, spirituale
La mia pratica professionale mi mette a contatto quotidiano con la sofferenza e con il linguaggio della malattia. Tuttavia, le sorprendenti capacità di ri-generazione e di auto-guarigione dei miei pazienti mi hanno convinta che esse abbiano poco a che fare con la medicina. Senz’altro la medicina fornisce un aiuto valido, dimostrandosi spesso un salva-vita. Tuttavia la guarigione da alcune malattie “senza speranza”, dove si arena la medicina, è motivo per me di profonde riflessioni e ricerche. La guarigione “impossibile” è giustificata dai credenti come un miracolo della fede mentre, agli occhi della scienza, essa rimane inspiegabile e quindi sospetta. Nessuno però si domanda se i paradigmi vigenti sono atti a spiegare quei fenomeni che esulano dai parametri stabiliti del Conosciuto. Ciò che è Sconosciuto è inquietante per molti. Dal momento che non se ne può segnare il territorio con una bandierina, lo Sconosciuto diventa fonte di pregiudizi e di dinieghi: ciò che non si può misurare e ripetere, semplicemente non esiste! A prescindere dai limiti del metodo scientifico, certi fenomeni accadono comunque; sono riscontrabili con i sensi fisici, pur non trovando una spiegazione ortodossa. In questa categoria fenomenica rientrano le guarigioni ad opera di spiriti e la medicina spiritica.
Il Brasile è una terra pregna di spiritualità e di magia. La mescolanza di razze e di culture ha fatto sì che questo immenso paese fosse aperto al futuro e non subisse vincoli troppo pesanti dal passato. Lo spiritismo di Kardec vi si sviluppò alla fine del secolo XIX e attecchì in un terreno favorevole a causa di questo substrato culturale e religioso, in cui cattolicesimo e tradizioni magiche autoctone si fondono senza contraddizioni. Lo spiritismo è giunto in Brasile attraverso due vie molto diverse. La prima seguì le rotte della tratta degli schiavi nel diciassettesimo secolo. Nelle pratiche spiritiche africane importate, le divinità Yoruba sono gli spiriti dai quali si è posseduti, e i rituali del Candomblé1 e dell’Umbanda2, centrati sulla lingua, la musica e il canto di origine africana, si sono fusi con credenze cattoliche e con le tradizioni locali di origine india.